lunedì 28 marzo 2011

venerdì 25 marzo 2011

Sciocca, disonesta e testarda

Io so tutto. Io lo so che tu non mi puoi rendere felice ed io non posso renderti felice. Eppure io penso che tu sia la mia felicità. Da qualche parte, in un qualche momento, tu sei la mia felicità. Mi manchi tu, mi manchi nonostante il cuore troppo veloce e la non serenità, mi manchi tu. Mi manca noi.
Ieri, in riva al lago a fare un trattamento. Ti guardo mentre fai benzina. Mi si spacca il cuore quando apri il portafoglio e vedo la foto di lei vicina alla tua,ancora. 
(Non so dirle che ti ho visto,non se lo merita. In questo momento, sto facendo il gioco che hai fatto tu.)


Io parto. Oggi ho saputo che parto.

Tu, tu che mi sorprendi con due cd e il latte di soia comprato per me. Un sonetto di Shakespeare tra quelli che stai leggendo e un bacio.
Mi abbracci e io mi sento al sicuro. Io mi sento sicura con te. Abbiamo comprato un libro che stiamo leggendo insieme e ho paura a dirti che parto. Non voglio perderti.

Se potessi scegliere tutto,non solo per me,ma anche per gli altri, io non saprei scegliere e invece dovrei.

mercoledì 23 marzo 2011

come una nuvola

Oggi ho poche parole. Mi chiudo in un silenzio che è strano ed estraneo anche a me.
Succede mentre scendo le scale di pietra della mia università, sento che non sono ancora andata abbastanza lontano da fermarmi.

Solitaria.

A volte mi manca Copenaghen. Le foto di un amico lì in vacanza, riconosco angoli, vie, odori. Dov'è? Lo sento sulla pelle e lo sento lontanissimo, remoto. Sono stata così male l'ultima volta. Ho tutto davanti agli occhi. L'acqua.

Vorrei essere migliore, vorrei poter ricambiare la tua fiducia a piene mani. Se mi senti vibrare inquieta, è così che mi sento oggi.



Solo per oggi: Inquieta. Non riesco a pensare. Non riesco a vincere il senso di solitudine, di paura, di disgusto. Non riesco a stare sola.

Non riesco a stare con gli altri (Sarah Kane)

lunedì 21 marzo 2011

Stockholmssyndromet

Quando si smette di sognare la vita che non si può avere? O se non fosse proprio sognare, almeno, quando si smette di pensarla? Di averla in testa?

Mangio, mi alzo al mattino e ho fame. Diminuiscono i pensieri del tempo vuoto. Mi accorgo che sto meglio.
Ma allora perchè, perchè non riesco a lasciare che le nostre vite si sleghino?
Io non voglio esserci nel post S. io non posso tollerarlo, ammassarmi nelle persone che non ti sono andate bene, scivolare nel ricordo fino a non esserci più.

Un elastico teso tra una persona che so farmi male e una che vedo farmi bene.

E' come se a te fosse tutto permesso perchè un giorno mi hai spezzato il cuore. Più male di così non puoi farmi.
Si sviluppa un senso si protezione quando la persona che amavi con tutta te stessa ti lascia,  forse è solo disillusione, ma non lo permetti più a nessuno. E' per questo che S. non ti ha perdonato il tradimento.
Perdoni tutto solo ad una persona sola.

sabato 19 marzo 2011

I giorni dell'abbandono

C'è una foto di me in cui guardo lontana, una sciarpa nera, il buio intorno. Abruzzo. Aprile 2010.
E' una folata di vento freddo che mi scompiglia capelli e pensieri. Sono io che parcheggio in farmacia, trovo un tuo sms. Sono i giorni dell'abbandono.
Oggi ho sentito piangere di dolore. Un pianto senza sosta, un pianto senza conforto. Me lo sono sentita sulla pelle, lacrima per lacrima, singhiozzo per singhiozzo.

La nostra parola è: "abbastanza".
Io non sono abbastanza per te.
Io sono troppo per te e tu non ti senti abbastanza.
Tu non mi vuoi abbastanza.
Tu non hai coraggio abbastanza per volermi.
Abbastanza è la nostra parola. Tristi sillabe che mi tatuo in ogni sorriso che spezzo per la paura che sia la mia parola. Che sia io.


Di te che mi guardi e ti vedo imapurita ed io lo sento, per la prima volta, e il cuore batte più veloce: Io voglio te.
Io ora voglio te.

mercoledì 16 marzo 2011

Do you trust me? I dont.

Dimmi, ti prego, quando sono diventata una compagna che non andava bene, dimmi quando ho sbagliato, voglio il momento, voglio fare errori diversi con lei. Tremante, sfinita dal ricordo dei passi sbagliati a volte non so come muovermi.
Dimmi quando ti ho detto: stracciami e lasciami senza il pensiero di poter andar bene per nessun'altra, mai più.
Dimmi quando ho sbagliato uno sguardo ed è stato per sempre sbagliare senza mai andare bene.

La mia reazione ad ogni paura è chiudermi un pochettino, è scappare, è tradire.

Poi tu arrivi con regali per me e un sorriso che ha sempre voglia di vedermi.
Vorrei fidarmi di te perchè tu meriti fiducia, ma io mi accorgo che non ne sono capace. Aspetto paziente il momento in cui mi tradirai.
La fiducia è prima di tutto fiducia in se stessi ed io non mi fido di me. Io non mi fiderei di me stessa.

Io ti faccio posto, provo a fare posto e un po' te lo do e un po' te lo prendi. Ho paura di tutto quello che mi sono sentita urlare tra le lacrime. Ho paura di quel dolore che spacca il fiato.

Quanto tempo per costruire la fiducia?

Ti fidi di me?

lunedì 14 marzo 2011

Tha game of...

A volte vorrei mettermi a testa in giù nella speranza di far cadere i pensieri fuori dalla mia testa.
Come tasche da svuotare.
A volte vorrei poter partire da zero.
A volte vorrei non averti in testa, perchè ci sei. Diversa,ma lì.
A volte vorrei non sentire questa paura che fa il cuore stretto.
Vorrei non essere stata tradita e non aver conosciuto i giorni tristi, pretesa da bambina.
A volte vorrei saper conservare la freschezza di un gesto e di un pensiero. La verità di un sorriso.

A volte vorrei non sentire la mia voce dire: "La sincerità e la fedeltà sono nuove per me."

sabato 12 marzo 2011

Monte

Ho passato così tanto tempo circondata da una lingua straniera a parlare solo con i sorrisi e gli sguardi da non aver paura del silenzio. Mesi interi solo a cercare di trovare la giusta pronuncia di una vocale per farmi capire, per ordinare una birra, per trovare la via di casa.
Mesi a stare come C. , dove non bastavano parole, nulla, dove il dolore era troppo o troppo poco, dove mi riempiva.
A volte mi fermo a ricordare un'estate, un momento, una stagione. Ero lì, ho imparato a stare sola quando disperatamente volevo qualcuno da baciare.
Non ci accade nulla che non possiamo sopportare è una verità. Di un agosto nella periferia di Copenaghen non so cosà rimarrà, ma dentro di me la consapevolezza, il saper restare sola tra tutte le persone.
Io so stare anche quando non ho con chi parlare.
La metro, linea gilla fino all'ultima fermata, poi il pezzo a piedi, preparare le chiavi, il portone, la porta di casa, fare piano, la camera bianca, K. che dorme. L. che non c'è, fare pianissimo.
Di un panino mangiato una domenica pomeriggio nel centro di CPH, io c'ero. Io c'ero l'estate, io c'ero l'autunno. Di quella città che ho lasciato lì e non saprò mai se riprenderò. Dov'è? Dove sono? Dov'ero?
Di tutto e di niente. Della vita che scorre e niente lo sa.
Io di certo non lo so.
Quanta strada fatta, quanta strada percorsa.
Dove siamo? Dove inizia la poesia? Dove?
Imparo ad aspettarmi il meglio, perchè la vita può solo sorprenderci quando siamo troppo in corsa verso le lacrime e la vita che è -troppa-. Io la conosco quando la vita diventa fin troppa, quando le mattine diventano troppe lunghe per svegliarsi.
Se tu potessi promettermi di non farmi alzare troppo tardi, mai, sarebbe già la felicità.

venerdì 11 marzo 2011

Labirinti

Mando un'email e sento la vita correre a mille all'ora.
Si delineano davanti a me le immagini di un futuro che vorrei. Sono mille fili che si ingarbugliano e non so trovarne il bandolo,ma riesco a seguirne le trame.

E' un'ipotesi di me che non avevo mai pensato e che ora mi sembra possibile.
Cercarsi tra le mille possibilità dell'essere in fieri.
Cercarsi e sbagliare e cadere e farsi male.
Sentire nella testa, se non proprio sul cuore quel desiderio di essere in un posto e sentirlo proprio.

Ci cerchiamo in milioni di noi possibili. Ed io non so quando smetterà questa corsa che ci fa sempre sentire di aver lasciato indietro qualcosa, qualcuno. Cosa sei disposta a perdere? Cosa sei disposta a guadagnare?

Non c'è una sola strada possibile, ma tra tutte alcune le tengo, altre decido di scartarle, altre ancora le rimando.

"Da Langlais imparò che tra tutte le vite possibili, ad un bisogna ancorarsi per poter contemplare, sereni, tutte le altre." (Baricco)

mercoledì 9 marzo 2011

Ciò che resta del giorno

Non so prendere le misure, forse non voglio prenderle. Ci riempiamo di tutte le parole di quelle paure che già, nel tempo in cui non c'eravamo, ci hanno reso fragili.
Perchè?
Perchè quest'urgenza di dirci che abbiamo paura? Perchè dircele tutte, tutte d'un fiato? Per vederle e toccarle e sperare che facciano meno paura?
Io non voglio dirti il peggio e poi stupirti, io voglio smettere di riempirci di parole. Troppe parole tra due donne.
La paura rende forti. La paura rende fragili. Del dolore che ci ha spezzate in passato teniamo un ricordo scritto ad ogni gesto. Ma io voglio andare oltre. Voglio fare un passo avanti.
E tutti questi pensieri sono per te, ma li tengo io, li tengo miei. Assenzio.

Arriva un punto in cui la parola svuota, è quando fa strabordare un vaso già pieno.
Sono svuotata e riempita e impaurita e felice e arrabbiata.



Ed è la voce dolcissima di una sconosciuta.

lunedì 7 marzo 2011

Les mains sales

Perchè ho voglia di tornare pubblica.
Perchè ho voglia di cancellare le bugie dalla mie pelle (alcune almeno).
Perchè mi merito di più.
Perchè sono tornata a casa.



“La vita non ha senso se non la puoi tradurre in versi”.
(Sylvia Plath, 1956)