giovedì 31 maggio 2012

Il dolore è passato. La vita lo ha trasformato in qualcos’altro; dopo averlo provato, dopo aver singhiozzato, lo si nasconde agli occhi del mondo come una mummia da custodire nel padiglione funerario dei ricordi. Passa anche il dolore provocato dall’amore, non credere. Rimane il lutto, una specie di cerimonia ufficiale della memoria. Il dolore era altro: era urlo animalesco, anche quando stava in silenzio. È così che urlano le bestie selvatiche quando non comprendono qualcosa nel mondo – la luce delle stelle o gli odori estranei – e cominciano ad avere paura e ululare. Il lutto è già un dare senso, una ragione e una pratica. Ma il dolore un giorno si trasforma, la vanità e il risentimento insiti nella mancanza si prosciugano al fuoco purgatoriale della sofferenza, e rimane il ricordo, che può essere maneggiato, addomesticato, riposto da qualche parte. È quel che accade ad ogni idea e passione umane
Sándor Marái, “Il gabbiano”

mercoledì 30 maggio 2012

-23 giorni dal rientro e..

Com'è che poi arriva sempre? Com'è che poi arriva quella sensazione che il tempo sta scappando e i miei sogni sono troppo grandi per tornare a casa? Mi ha disturbata un sogno fatto stanotte, l'ansia del ritornare a casa e dell'essere immobile e ha sconvolto tutto. Che paura di questo periodo pieno di viaggi che finisce, e dopo? E poi? 
Tempo di costruire la mia vita, dare forma ai sogni e dare nome ai luoghi. 
E così, mentre leggo Sylvia Plath muoversi tra le vie di questa Cambridge che è stata anche sua..mi viene voglia di non tornare a casa.

The Great Gatsby- Scott Fitzgerald

martedì 29 maggio 2012

Tears have dried

Sento un dolore al cuore, lo sento e decido che forse è finito il tempo in cui scappo dal mio sentire. Eccomi qui mi dico, ecco che se c'è quel dolore lo ascolto, poi posso decidere cosa farne, ma ci respiro dentro. Ne prendo coscienza. Smetto di scappare da me. Che stupida, come ho pensato di poter scappare da me stessa?
Che sono un po' stufa di non sentire per paura di sentire troppo. Non sono così fragile, mi sembra che sia fragile chi non si permette di sentire. Se non mi ha ucciso quel cuore che andava in mille schegge lasciandomi vuota, allora penso che posso imparare a respirare dentro alle mie emozioni. 



domenica 27 maggio 2012

Mirtilli e violette

Mangio mirtilli e sento sulla pelle i due giorni passati con la mia amica. Stese finalmente al sole e a passeggiare per le vie di Brick Lane.
Mangio mirtilli e mi godo un centrifugato con le mie amiche spagnole davanti al King's.
A Cam ci sono 28 gradi, è estate ed improvvisamente servono magliette e pantaloncini.

giovedì 24 maggio 2012

Perfection is terrible, it cannot have children. Voicelessness. (Plath)

Io ho un problema con le persone, quando mi piacciono diventano perfette, idoli, prive di difetti e di possibili mancanze. 
La delusione è dietro l'angolo, basta una virgola fuori posto nell'idea che io mi ero fatta di loro. Eppure rimango non meno interessanti, ammirevoli, belle, interessanti, ma diverse da quel mito che io avevo di loro e crollano, in qualche modo, ai miei occhi. 
Perchè poi ho il bisogno che siano come io le avevo immaginate? Non possono essere meravigliose in ogni caso?
Credo sia un riflesso inconscio di quello che io pretendo da me. Giudico, mi giudico.

Che le persone sono quello che sono. Che non è un particolare a fare un insieme. Che io ho sempre sorriso dell'abitudine stravagante della mia prof di latino di dirci di che segno fossero gli autori che studiavamo; forse tentava solo, nel suo immenso amore per la letteratura, di riportarli con i piedi per terra, in un contesto umano fatto di uomini, mai di piedistalli.


mercoledì 23 maggio 2012

Broken into pieces

Io non so bene come sarà la vita, io non so bene se decidiamo tutto noi fino in fondo o se per quanto ci si impegni un po' rimanga senza che noi ci possiamo fare qualcosa. Forse l'unica cosa che possiamo veramente imparare è distinguere quello che possiamo cambiare e quello che dobbiamo solo accettare.

Ma ieri sentendo la mia amica raccontarmi del tradimento del suo ragazzo, io ho sentito una pugnalata al cuore, poi è passata. La verità è che poi è passata, ma quando i suoi occhi si riempivano di lacrime io mi sono ricordata del dolore che annebbia la testa. Ho speso giorni, mesi interi a vagolare nel buio. Non potrei trovare altre parole. Tutto era ovattato nel buio ed io continuavo a camminare e a stancarmi per non sentirmi. A stento ricordo chi ero, cosa facevo.
Ora saprei prendermi cura di me in modo migliore, non fuggirei più. Ma quel suo dolore negli occhi lo sento sulla pelle ogni volta che mi guarda.

E penso che sto tornando a me. Penso che tutto quello che la meditazione e lo yoga mi insegnano sia il ritorno a casa, a me, di me. Mi ero persa, avevo perso il mio cuore. 

lunedì 14 maggio 2012

Lait

Io mi ricordo la primissima volta che sono andata a Teatroi. Era una sera di dicembre, un freddo becco, di quelle sere che il freddo rende l'aria trasparente e Milano luccica nel buio. Avevo un cerchietto con delle cornina da renna (non l'ho messo a teatro,ma per strada ricordo di sì), l'ho ancora a casa.
Nostalgia della sorpresa di trovare quel teatro in pieno centro. Quanto ero piccola, quanto poco conoscevo Milano ( e Gamibu potrebbe dire che ancora oggi mi riesco a perdere per Cairoli e scambiarlo per Cordusio!). E' che ho voglia di emozionarmi nello scoprire un posto che poi diventerà mio. Ho voglia di emozionarmi per qualcosa che mi piaccia veramente.
Qual è il tuo valore? Quella cosa per cui tu potresti dire: Io sono...
Attenzione, un valore non un desiderio. Un valore è qualcosa per cui lavori, ti impegni, un desiderio è qualcosa che: mi piacerebbe tanto essere così, ma poi non fai niente nella tua vita per essere così.

Col cuore pesante da una notte di sogni che mi distraggono e nella testa il pensiero di quel piccolo teatro che fa ad angolo, con le pareti gialline e bianche e la porta a vetri.


Capisco, piano piano, che ci sono persone che arrivano nella tua vita in un momento di grande crescita, cambiamento e ti regalano una porta aperta, ti insegano poesie e ti mostrano posti. E tu quelle persone non te le scordi più, ti rimangono nel cuore per sempre e non vuol dire niente e vuol dire tutto. E accetto i pensieri che sono già nella testa e cerco di non trattarli con rabbia, ma con compassione. Compassione (cum patior) verso la persona che sono..che a volte mi piace e a volte per niente.
Fu un momento
Fu un momento
quello in cui posasti
sul mio braccio,
in un movimento
più di stanchezza
che di pensiero,
la tua mano
e la ritirasti.
Sentii o no ?
Non so. Ma ricordo
e sento ancora
qualche memoria
fissa e corporea
ove posasti
la mano che ebbe
qualche senso
incompreso,
ma tanto lieve.
Tutto questo è nulla:
su una strada però
com’è la vita
c’è molto d’incompreso.
Che so io se quando
la tua mano
sentii posarsi
sul mio braccio,
e un poco, un poco,
sul cuore,
non ci fu un ritmo
nuovo nello spazio?
Come se tu,
senza volerlo,
mi toccassi
per dire
qualche mistero,
improvviso ed etereo,
che neppure sapevi
dovesse esistere.
Così la brezza
dice sui rami
senza saperlo
un’imprecisa
cosa felice.
Fernando Pessoa

venerdì 11 maggio 2012

Chi ha detto che non può piovere per sempre non è mai stato a Cam.

Di tutto mi mette allegria il vociare delle cameriere nel parco del college, quel loro urlare un po' sopra le righe con accento stretto quasi incomprensibile o con accento sgrammaticato di stranieri.

Mi manca il colore rosso dei fiori di mia mamma sul balcone, mi manca il blu della camicia del lavoro di mio papà, mi manca il viola della scuola davanti casa, l'azzuro/blu delle pareti di camera mia, l'arancione delle tende a casa di M.


Tornata a nord da 18 giorni: 16 giorni di pioggia/nuvole - 1 giorno di sole, 1 giorno di sole/nuvolo! English weather sucks!


mercoledì 9 maggio 2012

Truth

Stamattina guardavo la vetrina bagnata della libreria e c'era Matilda, un libro che ho letto quando forse avevo sette o otto anni e ho avuto nostalgia di quel libro, della sensazione di sicurezza che si può avere a quell'età e che ora nel mio girovagare straniera a volte manca.
Con la mano disegnavo il corrimano della scala in legno e pensavo che mi stesse guardando e ho pensato alla fede sul suo dito. Lei mi insegna la fiducia dei sentimenti, la lealtà. Non siamo in balia del vento, i sentimenti possono essere più fermi di questo, più fermi di foglie. Io me l'ero dimenticato.
Passa una ragazza e le vedo al collo una collana in caratteri oro che dice: truth e penso, ecco that's all I need.

mercoledì 2 maggio 2012

Out of my head and into my heart

E alla fine...lascio andare.

Ho pensieri cattivi che vengono a galla e a stento riesco a trattenermi dallo scriverli qui, ma il punto è un altro.
Il punto è che l'altra sera cercando delle parole che avevo scritto sulla mia Copenhagen sono caduta tra le parole che il dolore per te mi faceva sbriciolare per la strada e semplicemente ho pensato che è troppo tempo che sei nella mia testa, troppo dolore, troppo tutto. E' ora che tu entri nel mio cuore ed esca dalla mia testa. Perchè ho un posto speciale per te e ti tengo lì al caldo, nei ricordi di un'estate che mi ha cambiato la vita e mi ha sorpresa con i colori del mondo, i piaceri del desiderio,e.. ma sto togliendoti dalla testa, dal pensiero che parte quotidiano verso di te, il confronto, la voglia.
La verità è che io ora sono fortunata e me lo dimentico troppo spesso. Poter guardare negli occhi la propria persona e sapere che semplicemente ti puoi fdare, io sono fortuna e me lo dimentico.

Un pensiero cattivo me lo concedo: ah, se solo Lei sapesse la verità..ah!


Il cielo a nord

Stamattina ho sentito dopo più di un anno quella lingua difficile e scorrevole che mi ha portata lontana. E' stato un cuore, è stato un gusto che ritornava sulle labbra e sulla lingua.
In un momento sono tornate alla mente parole dimenticate e i suoni così sinuosi del nord. Colori.