lunedì 2 maggio 2011

Non organizzare, stacca, memoria

Entrare a teatro con la luce ed uscire quando è già buio. Essere distrutta e a pezzi. Provare provare provare fino a quando arrivi a fraintendere lo spettacolo con la tua realtà.
Eppure mi piace, adrenalina a fior di pelle. Mi ritrovo su assi di legno e un copione in mano.
Sogno un futuro mai pensato prima.

Tu. Io non sono coraggiosa, sono una codarda che si nasconde anche a se stessa. Non so più dove nascondermi, non so pià dove farmi trovare. Domande e risposte si accumulano, poi entro a teatro e spengo il cervello. Lì non devo pensare ad altro se non allo spettacolo. Chi dice cosa e come si muove nello spazio definito da due sedie. Mi sento al sicuro, pareti scure e luci forti. Scappo? Mi nascondo, da me.

Vorrei essere già lontana. Vorrei essere già tornata.
Vorrei il cuore ribaltato e la colazione a letto. Un libro da leggere, il tempo per farlo, la testa che riesce a rimanere lì per mezz'ora.
Non so più fare quello che mi rendeva felice. La testa persa dietro ad un cuore lontano. Non sarò mai più quella di una volta, non voglio esserlo, ma un po' mi manca quella ragazza che sapeva studiare concentrata e aveva tutto sottocontrollo. Era noisa e sicuramente meno autentica, ma mi teneva al sicuro.

Essere al sicuro. Sentirsi al sicuro.

1 commento:

  1. anima, crescere è sempre perdere per strada le sicurezze imparate a memoria e nventarsi da capo.. perchè non si può tornare ciechi quando si è imparato a vedere..
    è dura e fa male ma alla fine dovremmo assomigliare più a noi..non all'immagine che ne avevamo forse, ma a quelle anime perse e luminose che ripulite dalle sovrastrutture saranno, finalmente alla fine.

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