mercoledì 6 febbraio 2013

The wound is the place where the light enters you

Macchina veloce verso casa, dall'autostrada guardo le luci che sono la mia città. I laghi, il santuario sul monte, l'osservatorio. Riconosco i luoghi, tutti. 

Quando ad inizio pratica ci si siede in siddhasana, si dice che bisogna sentire le gambe e il bacino come ancorati a terra e la testa invece deve essere leggera come tra le nuvole.

A mezz'aria tra le radici che piantano i miei piedi nella città che cammino ad occhi chiusi e in volo verso le case che ho sparso nella geografia del cuore.

Allora faccio un bel espiro rumoroso e poi inizio a respirare piano, l'espiro più lungo dell'inspiro. Mi abbandono a quando avrò risposte più chiare.

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