«Se potessi scegliere di ricordi non ne vorrei» gli dissi.
«Come
mai? Voglio dire, i ricordi sono importanti perché sono importanti le
esperienze, è grazie a loro se sei diventata la persona che sei», odiai i suoi luoghi comuni.
«E se la persona che sono non mi piacesse?»
«A me piaci.»
«Piacciamo a tutte le persone che non ci conoscono veramente». Stava per controbattere ma lo zittii.
«Comunque di ricordi non ne vorrei, e il motivo è semplice: mi hanno
resa prudente. Vedi, io allontano le persone, e anche se le lascio
avvicinare sto bene attenta a mantenere quella distanza di sicurezza che
non mi permetterà di soffrire. Non voglio ricordi perché mi fanno avere
paura dei ricordi del futuro. A questo punto potresti dire che la sofferenza è importante,
che ci rende meno superficiali, più in grado di capire e bla bla bla.
Hai ragione, ma di sofferenza ne basterebbe un assaggio. Per le persone
purtroppo non funziona così, ingeriscono veri e propri pasti di
sofferenza e se poi hanno la sfortuna di essere come me, che non tendo
facilmente a dimenticare persone che mi hanno resa felice, allora ne
fanno indigestione. E questo non è utile, perché ti allontana dalla vita
che vorresti, perché ti allontana dai nuovi inizi e non hai nemmeno
percezione di quanto tempo tu stia perdendo. E perché si soffre così a
lungo? Perché si ricorda, si ricorda fino a quando le immagini si
consumano, le voci si perdono e le emozioni tornano sconosciute. Ecco
perché non ne voglio di ricordi, mi fanno perdere tempo. Sarebbe bello,
invece, avvicinarsi a una persona con l’entusiasmo della prima volta,
con l’animo imprudente e curioso come quello di un bambino.»
N.K.
di Kirsebær - Le stelle stavan tutte sedute, bimbe nude, dondolando senza fine nell’azzurro le gambe, in fila sopra il margine dei cieli.
domenica 27 novembre 2011
sabato 26 novembre 2011
semi di papavero
Ho aspettato e aspettato e quando non è arrivato alcun messaggio,— Ashleigh Brilliant
ho capito che doveva essere il tuo.
martedì 22 novembre 2011
..e questa sarà la punizione per non essere stati in grado di tenerci uniti.
E' essere stata quella me e ora non trovarla più e non poter più dare la colpa a nessuno.
Dentro conosco il bisogno di sfidare i miei limiti che non è mai competizione con altri, ma con me. E' come se ci fossero due me che si sfidano in continuazione, quella che sono e quella che vorrei essere. E' una sfida all'ultimo sangue in cui mi metto in situazioni che non mi fanno bene solo perchè lo farebbero a quell'altra me, quell'idea di me che non riesco ad attuare.
E' tutto qui, è la normale, comune evoluzione che tutti viviamo.
E' ammettere che con persone così io non riesco a starci e invece ho il cuore sereno con un altro tipo di persona. La resa. Ma non riesco a deporre le armi perchè io so che quell'idea così irraggiungibile di me è una persona più felice di questa me qui, è meno esatta, meno ordinata e buona, è più libera, più bella ed infinitamente più persa.
Io la conosco quella me, dov'è?
Dentro conosco il bisogno di sfidare i miei limiti che non è mai competizione con altri, ma con me. E' come se ci fossero due me che si sfidano in continuazione, quella che sono e quella che vorrei essere. E' una sfida all'ultimo sangue in cui mi metto in situazioni che non mi fanno bene solo perchè lo farebbero a quell'altra me, quell'idea di me che non riesco ad attuare.
E' tutto qui, è la normale, comune evoluzione che tutti viviamo.
E' ammettere che con persone così io non riesco a starci e invece ho il cuore sereno con un altro tipo di persona. La resa. Ma non riesco a deporre le armi perchè io so che quell'idea così irraggiungibile di me è una persona più felice di questa me qui, è meno esatta, meno ordinata e buona, è più libera, più bella ed infinitamente più persa.
Io la conosco quella me, dov'è?
domenica 20 novembre 2011
nei giorni umidi
hamm: (...) Perchè stai con me?
clov: Perchè mi tieni?
hamm: Non c'è nessun altro.
clov: Non c'è nessun altro posto. (pausa)
hamm: Allo stesso tempo mi stai lasciando.
clov: Ci provo.
hamm: Non mi ami.
clov: No.
hamm: Una volta mi amavi.
clov: Una volta!
hamm: Ti ho fatto soffrire troppo?
clov: Non è questo.
hamm: Non ti ho fatto soffrire troppo?
clov: Sì!
Endgame, Beckett Samuel
clov: Perchè mi tieni?
hamm: Non c'è nessun altro.
clov: Non c'è nessun altro posto. (pausa)
hamm: Allo stesso tempo mi stai lasciando.
clov: Ci provo.
hamm: Non mi ami.
clov: No.
hamm: Una volta mi amavi.
clov: Una volta!
hamm: Ti ho fatto soffrire troppo?
clov: Non è questo.
hamm: Non ti ho fatto soffrire troppo?
clov: Sì!
Endgame, Beckett Samuel
sabato 19 novembre 2011
Tagli-ami
I cuori rotti capitano.
Come le braccia cadendo dalla bici, i nasi se si prende un brutto colpo. Solo guariscono con tempi senza tempo.
Ci sono cose che non riescono più ad essere neutre, cose che mi riempiono di un'onda che mi sbatte indietro. Senza fiato. Dove sono?
Tutte le mancanze si sommano in una e pesano come fossero milioni. Si ha il cuore abbastanza grande per contenerle tutte? Per contenerne una?
Ci sono persone che perdono il diritto di meritare qualcosa e persone che meritano sempre di più. Ma poi decidere chi merita e chi no, è un altro conto..e a volte siamo solo noi che abbiamo bisogno di meritare.
Come le braccia cadendo dalla bici, i nasi se si prende un brutto colpo. Solo guariscono con tempi senza tempo.
Ci sono cose che non riescono più ad essere neutre, cose che mi riempiono di un'onda che mi sbatte indietro. Senza fiato. Dove sono?
Tutte le mancanze si sommano in una e pesano come fossero milioni. Si ha il cuore abbastanza grande per contenerle tutte? Per contenerne una?
Ci sono persone che perdono il diritto di meritare qualcosa e persone che meritano sempre di più. Ma poi decidere chi merita e chi no, è un altro conto..e a volte siamo solo noi che abbiamo bisogno di meritare.
venerdì 18 novembre 2011
under samme himmel sotto lo stesso cielo
E poi mi dico che se smettessi di giudicare i miei sentimenti forse andrebbero bene.
E' un'onda che mi prende e riempie di fame la sua mancanza appena l'accompagno al pullman dell'aereoporto.
E a tratti mi sembra che io abbia bisogno di stare male per stare bene. Io.Ho una fitta al cuore dal sapore amaro. Tu.
A volte mi chiedo cosa sia l'amore...e semplicemente, forse, è progettare l'insegna del suo bar e pensare al colore delle tazze tra le lenzuola.
E' un'onda che mi prende e riempie di fame la sua mancanza appena l'accompagno al pullman dell'aereoporto.
E a tratti mi sembra che io abbia bisogno di stare male per stare bene. Io.Ho una fitta al cuore dal sapore amaro. Tu.
A volte mi chiedo cosa sia l'amore...e semplicemente, forse, è progettare l'insegna del suo bar e pensare al colore delle tazze tra le lenzuola.
sabato 12 novembre 2011
giovedì 10 novembre 2011
martedì 8 novembre 2011
Glass
E' che mi accorgo che non mi piaccio più. In quest'aria di cambiamento che investe tutto, io sento che vorrei cambiare come fa la terra.
Mi sento stretta, mi vado stretta in questa pelle su misura.
L'adrenalina di qualcosa che mi sconvolga prospettiva, di un libro che non avevo letto, di uno spettacolo che non avevo visto.
Mi accorgo, con stupido masochismo, che ho voglia di dover andare bene, non di andare bene. Di correre, di dimostrare. Ho voglia di essere sconvolta dal disordine di un'esistenza fatta di maglioni un po' larghi, di imperfezione, di non controllo. Di sentirmi piccola e tu grande. Di poterti guardare dal basso. E poi lo so che ricomincerei a volere la sicurezza (perchè la cerco dove so non posso trovarla?) Perchè lo so che io ho bisogno di poterci credere ad un noi che sia, in maniera infatile, per sempre. Io ci credo.
Di queste due me che non si conoscono e che si rincorrono.
Mi sembra che amiamo le persone più diverse per i più diversi motivi.
Mi sento stretta, mi vado stretta in questa pelle su misura.
L'adrenalina di qualcosa che mi sconvolga prospettiva, di un libro che non avevo letto, di uno spettacolo che non avevo visto.
Mi accorgo, con stupido masochismo, che ho voglia di dover andare bene, non di andare bene. Di correre, di dimostrare. Ho voglia di essere sconvolta dal disordine di un'esistenza fatta di maglioni un po' larghi, di imperfezione, di non controllo. Di sentirmi piccola e tu grande. Di poterti guardare dal basso. E poi lo so che ricomincerei a volere la sicurezza (perchè la cerco dove so non posso trovarla?) Perchè lo so che io ho bisogno di poterci credere ad un noi che sia, in maniera infatile, per sempre. Io ci credo.
Di queste due me che non si conoscono e che si rincorrono.
Mi sembra che amiamo le persone più diverse per i più diversi motivi.
domenica 6 novembre 2011
Oggi in controcorrente
A volte sento che tutto quello che voglio è sregolatezza, scarpe slacciate, capelli scompigliati. Di qualcuno che invada il confine e sconvolga le regole alle quali neppure so di stare, che mi cambi prospettiva. Per compensare questa me che è sempre troppo brava, troppo in ordine, troppo a modo.
Ho voglia di un libro prestato, di un discorso regalato, di una birra.
Pantaloni strappati e una maglietta slavata.
Ho voglia di un libro prestato, di un discorso regalato, di una birra.
Pantaloni strappati e una maglietta slavata.
venerdì 4 novembre 2011
99% effort
- Perchè ci piacciono le donne? - Perchè ci piace il caffè, perchè ci piace la pizza. Perchè ci piace il blu e meno il nero. - Ok, ho capito. (sorrido)
Il profumo del caffè, quello di casa.
Ascoltare il mio respiro, sentire che qualcosa è cambiato. Quell'immagine di tristezza che mi sentivo disegnata addosso - a portata di sguardo - e il respiro rotto dal dolore sono scomparsi, sono lontani.
Quando guardandoli negli occhi saprete riconoscere vostro fratello e vostra sorella, altrimenti sarete sempre nel buio.
Sento avvolgermi da un tepore caldo, da una voglia irrefrenabile di contatto con quella parte di lei che mi fa sentire donna e bambina allo stesso tempo. Come un maglione largo, come fare l'amore sotto il piumone. Colore caldo. Mi sento attratta dai movimenti e dalle forme. Sensazione di sicurezza, sensazione di morbidezza. Di profumo che accarezza - accarezzami - . Di donna.
Il profumo del caffè, quello di casa.
Ascoltare il mio respiro, sentire che qualcosa è cambiato. Quell'immagine di tristezza che mi sentivo disegnata addosso - a portata di sguardo - e il respiro rotto dal dolore sono scomparsi, sono lontani.
Quando guardandoli negli occhi saprete riconoscere vostro fratello e vostra sorella, altrimenti sarete sempre nel buio.
Sento avvolgermi da un tepore caldo, da una voglia irrefrenabile di contatto con quella parte di lei che mi fa sentire donna e bambina allo stesso tempo. Come un maglione largo, come fare l'amore sotto il piumone. Colore caldo. Mi sento attratta dai movimenti e dalle forme. Sensazione di sicurezza, sensazione di morbidezza. Di profumo che accarezza - accarezzami - . Di donna.
mercoledì 2 novembre 2011
Novembre
Paisagens e paisagens onde tudo é inóspito, debaixo de um céu que nos faz duvidar se há mundos fora dali. E foi ali que eu pensei: é que aqui que eu quero vir morrer. (a.g.)
Paesaggi e il paesaggio dove tutto è inospitale, sotto un cielo che ci fa dubitare se c'è ci siano mondi là fuori. E' stato lì quando ho pensato che ci sarei voluto vivere e morire qui.
Ho attraversato il fiume, c'è voluto tempo e ancora lo guardo molte volte, dall'altra riva. Cerco ancora di capirne il corso, risalendone la corrente, ma non mi fa più piangere, mi mette solo un po' di tristezza, delle volte. Altre, mi lascia indifferente. Altre, mi fa scrivere. E' stato schifosamente difficile, mi ha fatto dannatamente male. Mi ha cambiata, sconvolta, illusa, delusa. Mi sembra di essere dall'altra parte però. Magari ti mando una cartolina.
Ho aperto il cuore ad altro e mi sta invadendo.
martedì 1 novembre 2011
Come onda,a volte avvolgi i pensieri
Una volta avevo scritto che l’amore non esiste, e se esiste è un imbroglio: che significa amare? Ti amavo. Ti amavo al punto di non poter sopportare l’idea di ferirti pur essendo tradita, e amandoti amavo i tuoi difetti, i tuoi errori, le tue bugie, le tue bruttezze, le tue contraddizioni, il tuo corpo.
E forse il tuo carattere non mi piaceva, nè il tuo modo di comportarti, però ti amavo di un amore più forte del desiderio, più cieco della gelosia: a tal punto implacabile, a tal punto inguaribile, che ormai non potevo più concepire la vita senza te. Ne facevi parte quanto il mio respiro, le mie mani, il mio cervello e rinunciare a te era rinunciare a me stessa, ai miei sogni che erano i tuoi sogni, alle tue illusioni che erano le mie illusioni, alle tue speranze che erano le mie speranze, alla vita! E l’amore esisteva, non era un imbroglio, era piuttosto una malattia, e di tale malattia potevo elencare tutti i segni, tutti i fenomeni.
Se parlavo di te con gente che non ti conosceva o alla quale non interessavi, mi affannavo a spiegare quanto tu fossi straordinario geniale e grande; se passavo dinanzi a un negozio di cravatte e camice mi fermavo d’istinto a cercare la cravatta che ti sarebbe piaciuta. Un amore simile non era nemmeno una malattia..era un cancro! Un cancro che a poco a poco invade gli organi interni col suo moltiplicarsi di cellule, il suo plasma vischioso di male, e più cresci e più diventi cosciente che nessuna malattia può arrestarlo, nessun intervento chirurgico può asportarlo, forse sarebbe stato possibile quando era un granellino di sabbia, un chicco di riso, una vocina che grida, un amplesso mentre il vento fruscia tra i rami d’olivo.
Ora invece non è possibile perchè ti ruba ogni organo, ti divora a tal punto che non sei più te stessa ma un impasto fuso con lui, un unico magma che può disfarsi solo con la morte, la sua morte che sarebbe anche la tua morte, così tu mi avevi invaso e così tu mi stavi divorando, ammazzando.
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